Agricoltura: quale futuro?

Agricoltura: dal 2013 le materie prime perdono ⅕ del loro valore.
Fermare la speculazione per riequilibrare la filiera: la Legge di Stabilità basterà?
La crisi del settore lattiero-caseario italiano nasce dal crollo dei costi della materia prima. A partire dal 2008 il prezzo del latte alla stalla è precipitato: difficoltà che hanno portato alla chiusura di oltre il 36% delle stalle in Lombardia, con la perdita occupazionale di circa 7000 addetti e gravi ripercussioni sull’intera filiera produttiva. Per tamponare questo scenario allarmante, risulta di primaria importanza l’intesa sul latte che ha permesso di fissare il prezzo del latte a 36 centesimi al litro per tre mesi: aumenta così di tre centesimi il prezzo pagato dalla multinazionale francese Lactalis (gruppo industriale agroalimentare francese che controlla la quasi totalità dei marchi di primaria importanza in Italia: Galbani, Parmalat, Invernizzi, Vallelata, Locatelli, Cademartori, President). Per sostenere questo accordo il governo ha deciso di destinare 25 milioni provenienti dai fondi europei per il 2016, direttamente agli allevatori.
Secondo l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava, le misure prese dal governo non sono purtroppo sufficienti ad arginare l’emergenza del settore: a confronto con le risorse nazionali messe in campo dalla Francia per far fronte alle difficoltà del settore (oltre 1 miliardo), i 25 milioni di fondi europei stanziati dal governo italiano appaiono molto riduttivi. Al tempo stesso - sottolinea Fava- la suinicoltura viene completamente trascurata dai piani governativi. La Lombardia è la regione che contribuisce all’allevamento di circa il 40% dei suini nazionali, ma le difficoltà del settore sono estremamente pesanti con addirittura statistiche che registrano la perdita di circa 400.000 scrofe in due anni, equivalente circa al crollo di metà capacità produttiva nel biennio 2013-2014. Secondo l’Assessore regionale all’ Agricoltura occorre pertanto prestare grande attenzione alla lettura dei dati economici riferiti al settore agroalimentare: se è vero che rispetto al 2013, il 2014 ha visto la crescita (+2,5%) dell’export dei prodotti agroalimentari italiani, dietro a questa istantanea si nascondono molte ombre. Una su tutte: la speculazione. Basti pensare che in un anno il valore delle materie prime agricole è diminuito di ⅕: sono necessarie in questa direzione regole in grado di riequilibrare la filiera e risolverne le evidenti disparità.
Riusciremo a fermare questa speculazione? Questa è la vera sfida per il futuro dell'agricoltura!